La cronica mancanza di unità da parte delle principali componenti della società civile meridionale impedisce di rispondere in modo compatto al DDL Calderoli per l’Autonomia Differenziata che di fatto minaccia lo sviluppo sociale ed economico del Sud.
Neanche l’approvazione da parte del Senato del Disegno di Legge (DDL) Calderoli lo scorso 23 gennaio è servito a scuotere sufficientemente e quindi ad unire il Sud. Peggio ancora, oltre a questa incapacità, abbiamo registrato anche la presenza di numerosi “sostenitori di Calderoli” tra le fila dei politici meridionali.
Un fronte con diverse anime
Il fronte meridionale del “no” all’Autonomia Differenziata è ampio e comprende diverse anime. Da un lato, c’è chi non vuole che l’Unità nazionale vada a pezzi attraverso la creazione, di fatto, di tanti piccoli stati. Dall’altro lato, c’è chi non vuole che il Nord scappi via con la cassa dopo aver derubato il Sud dall’Unità d’Italia ad oggi.
Indipendentemente dagli obiettivi finali, alcuni peraltro molto discutibili, si dovrebbe concordare di unirsi sul fatto principale: l’Autonomia Differenziata è ingiusta nei confronti del Sud ed è in violazione dei principi fondanti della Costituzione Repubblicana. In particolare, contraddice il secondo comma dell’articolo 3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Inutili divisioni storiche
Davanti all’Autonomia Differenziata è inutile dividersi su questioni storiche, pro o contro la Repubblica Napoletana del 1799 o il Risorgimento. È importante, invece, trovare un terreno comune per bloccare il tentativo da parte leghista di affossare completamente il Sud. Se si vuole bloccare l’Autonomia Differenziata durante le varie fasi della sua potenziale attuazione è fondamentale trovare l’unità nella diversità.
I collaborazionisti
Apriamo una parentesi sui sostenitori di Calderoli: collaborazionisti. I quarantacinque senatori eletti al Sud che hanno votato a favore del DDL Calderoli al Senato sono stati già ampiamente criticati dai meridionalisti. Ora tocca ai loro rappresentanti locali, quelli che si stanno adoperando per convincere i meridionali che l’Autonomia Differenziata è una cosa buona per il Sud. Portano avanti un’operazione squallida, da veri collaborazionisti, in totale malafede, perché sanno esattamente cosa rappresenta il DDL Calderoli per il Sud. Non hanno uno straccio di argomento valido da presentare.
Le iniziative contro il DDL Calderoli
Al contrario, alcuni leader politici del Sud hanno dato voce all’opposizione o programmato iniziative forti contro l’Autonomia Differenziata. Nello spirito dell’unità già descritto, è importante in questo momento concentrare l’attenzione contro il DDL Calderoli piuttosto che evidenziare differenze politiche, culturali e storiche. Poco importano le motivazioni dei leader che prendono posizione contro l’Autonomia Differenziata. Quello che importa è l’azione politica che riusciranno a mettere in atto.
Per esempio, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, sta cercando di organizzare diversi momenti di protesta, ma trova poca collaborazione da parte di chi, come il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, sembrerebbe poco interessato. Per i cittadini è importante sapere: il Sindaco da che parte sta? “Il Mattino” del 3 febbraio 2024 riporta che De Luca sta organizzando a Roma un corteo insieme agli amministratori del Mezzogiorno che si chiuderà sotto la sede del ministro della Coesione, ma che Manfredi non parteciperà. Perché? Eppure Manfredi sembrerebbe contrario al DDL Calderoli.
Continuiamo ad esortare tutti a prestare attenzione, a non perdere di vista questo argomento, ad interrogarsi sulle sue conseguenze e soprattutto a chiedere ai rispettivi referenti politici che abbiamo votato cosa ne pensano. Ma, invitiamo anche a verificare le informazioni che riceviamo, ad individuare i sostenitori di Calderoli e chiedere: perché? Non ci stancheremo mai di sollecitare i cittadini meridionali a partecipare con profondo spirito unitario a tutte le iniziative politiche, culturali e sociali per contrastare il DDL Calderoli.