Oggi, in piena crisi COVID-19, sono ben evidenti i risultati di oltre 20 anni di tagli e privatizzazioni fatte dai governi nel campo della Sanità. Una crisi epidemica così grave è arrivata in un contesto dove l’età media dei sanitari è molto alta ed il loro numero è largamente insufficiente. Si chiede al personale sanitario, che lotta in prima linea nei presidi sanitari, un impegno disumano, con gravi rischi personali. I governanti, arrivati spiazzati e con molto ritardo, ora annunciano interventi a sostegno della sanità. Si parla di assunzioni e investimenti immediati.
Racconti dagli ospedali
Intanto, arrivano dagli ospedali racconti di persone sistemate nei corridoi, mascherine chirurgiche usate al posto di quelle che mancano, spesso inadatte per l’uso. Ci sono turni di lavoro già pesantissimi prima della crisi, che oggi sono devastanti per la salute degli operatori e per le loro famiglie. A Sud, ancora peggio considerando che non ci sono stati nuovi assunti da anni.
Quale piano per bloccare il contagio?
Fino a ieri, non era chiaro se ci fosse un piano preciso per fermare il contagio. Si dovrà vedere se il DPCM firmato oggi dal presidente Giuseppe Conte riuscirà nel suo intento. Si rammenta che in Cina, le autorità hanno isolato in poco tempo aree grandi e numerose quanto mezza Europa. Invece, nei Comuni del Sud, fino a ieri addirittura arrivava ancora gente dalle zone interessate del Nord e da quelle all’estero. Persone già infettate dal COVID-19.
Sostenere con i fatti i lavoratori della Sanità
Chiediamo con forza che siano sostenuti in ogni modo, e non solo con vuote parole, i lavoratori della Sanità. Deve finire in modo definitivo il tempo delle lobby dei “privati del volontariato”. Vere e proprie aziende che guadagnano a discapito del settore pubblico, dalle cliniche alle ambulanze — vediamo le conseguenze oggi di queste politiche. Sembrerebbe che la politica voglia chiedere agli artefici del problema, di trovare le soluzioni.
La politica, quella onesta, deve intervenire in modo deciso affinché si sostenga la Sanità. È un intervento che va fatto in fretta e senza Facebook o Internet. Va fatto senza organizzare show mediatici, quelli che da un po’ alternano atmosfere da terrore a quelle dove il COVID-19 è una semplice infezione febbrile “un poco più grave”.
TAgli e privatizzazioni: Cosa aspettarsi ora a Sud?
A Sud la crisi COVID-19 potrebbe diventare di proporzioni inimmaginabili se si considera lo stato attuale della Sanità pubblica. Ci sono ospedali calabresi senza macchinari e reparti. Esistono nosocomi in Campania che stavano “accorpando” i pronto soccorso. C’è il piano sanitario della Puglia che prevederebbe la chiusura di ben 13 presidi sanitari.
Basta chiacchiere e precariato
Deve essere chiaro che le migliaia di assunzioni di sanitari promesse in questi giorni saranno in gran parte solo temporanee. Ci saranno i soliti contratti da precari, come quelli a “partita Iva” o a “collaborazione”, o addirittura riassumendo personale in pensione.
È necessario che siano assunti in fretta i sanitari che servono al servizio sanitario nazionale. La politica deve mettere al centro delle sue iniziative le persone e la loro salute, non facendo più favori alla finanza e alle multinazionali delle business sanitario. In questo contesto va totalmente riconsiderato il rapporto fra privato e pubblico nella Sanità, mettendo in atto quanto previsto dall’articolo 43 della Costituzione. Va ricostituito il patrimonio pubblico del sistema sanitario nazionale. L’Europa, il “volontariato organizzato” e la stessa Croce Rossa Italiana se ne facciano una ragione.
–Alessandro Citarella