La secessione leghista farà un gran passo in avanti quando lunedì 22 ottobre 2018 il Parlamento voterà a favore dell’autonomia della regione Veneto. Questa votazione è l’apri pista per quelle che seguiranno per l’autonomia della Lombardia e dell’Emilia e Romagna. È una votazione fortemente voluta dalla Lega Nord e da quei sindaci del Partito Democratico che governano alcune città del Nord. Di fatto, è il separatismo proposto sin dall’inizio dai leghisti di Bossi.
Il silenzio degli eletti al Sud
I meridionalisti prendono atto del silenzio dei parlamentari meridionali del Movimento Cinque Stelle, eletti al Sud per rappresentare il Sud. Questi parlamentari molto probabilmente voteranno con la Lega Nord per onorare il patto diabolico che li unisce a chi ci ha sempre infangato ed affossato. Di fatto, avranno tradito le aspettative di chi li ha eletti al Sud!
Non siamo contrari all’autonomia regionale. La creazione di una Macroregione Sud è sempre stato uno dei nostri obiettivi. Anche con l’aggiunta dei nostri amici Sardi. La differenza è che noi siamo per un federalismo solidale, per l’uguaglianza territoriale e sociale che si completa con quella economica.
Federalismo avvelenato
Invece, il federalismo che passerà il 22 ottobre con il silenzio, l’aiuto e la complicità dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, è un federalismo avvelenato.
Molto semplicemente, i cittadini del Sud continueranno a pagare per i prodotti e per i servizi del Nord, creando un flusso economico a senso unico. Con la secessione leghista si attua una autonomia avvelenata. Le tasse generate sulle vendite al Sud rimarranno in gran parte dove le ditte hanno le loro sedi legali, cioè al Nord.
L’anno scorso, per rispettare il criterio di proporzionalità (uguaglianza territoriale) e quindi ripartire le risorse alle regioni in proporzione agli abitanti, era passata una legge che prevedeva l’adeguamento, a partire dall’1° gennaio 2018 . Al Sud sarebbe spettato un aumento della spesa dal 26% al 34% in base alla popolazione effettivamente residente.
Cosa è successo dal 1° Gennaio 2018? Niente! Né il Governo Gentiloni né l’attuale Governo Conte hanno attuato i dettati della legge! Insomma, dopo la votazione per l’autonomia, anche se si volesse applicare la regola del “34%”, i soldi da distribuire alle Regioni del Sud saranno molti di meno.
Secessione leghista
In conclusione, contratto di governo fra Lega e M5S prevede una vera e propria “secessione” dei ricchi (Nord), che ridurrà significativamente l’ammontare del bilancio statale disponibile. Del resto le intenzioni leghiste e il collaborazionismo grillino si erano già manifestate con la creazione di un Ministero per il Sud senza portafoglio.
Non manifestiamo e non manifesteremo per avere una Italia più eguale perché per noi una Italia veramente unita non c’è mai stata.
Un vero stato unitario ma soprattutto egualitario avrebbe fatto come la Germania Ovest con la Germania Est. Con una vera struttura federale basata sull’eguaglianza. Avrebbe fatto per Napoli quello che la Francia fece per Marsiglia, con una legge speciale per farla rinascere.
Eletti al Sud ma contro il Sud: la maledetta tradizione continua
Sostenendo la secessione leghista i parlamentari grillini nati ed eletti al Sud avranno continuato la “maledetta” tradizione storica: quella che vede la maggioranza dei parlamentari nati e eletti al Sud complici di tutte le peggiori porcate politiche anti-meridionali.
L’illusione che i grillini potessero diventare i paladini del Sud, come avevano promesso nel corso degli ultimi due anni, è sfumata. Se il Sud rimarrà una colonia interna, come lo è dal 1861, la colpa sarà loro che stanno al governo.