Premio Internazionale Meridionalista
I meridionalisti democratici hanno istituito il Premio Internazionale Meridionalista e consegnato i primi due al dott. Giancarlo Chiari e all’ing Roberto Longo il 16 novembre 2019 a Napoli. I due attivisti meridionalisti sono stati premiati per aver dato un contributo effettivo e verificabile nella lotta contro la disuguaglianza territoriale che danneggia il Mezzogiorno.
Chiari, Longo e Unione Mediterranea
Nel 2015, quando militavano in “Unione Mediterranea”, Chiari e Longo furono determinanti nella stesura, redazione e presentazione di una petizione indirizzata al Parlamento Europeo. La petizione indicava nella distribuzione della spesa ordinaria statale uno dei più importanti fattori che determinano la disuguaglianza territoriale in Italia. Infatti, nel Mezzogiorno la percentuale di spesa corrispondeva a circa il 26% rispetto ad una popolazione del 34,43%. Pertanto diventava necessario, di fronte alla scorrettezza dei governanti italiani, chiedere all’Europa un intervento concreto a favore del Sud.
Chiari e Longo consegnarono alla Commissione Petizioni circa 10.500 firme raccolte dai meridionalisti di Unione Mediterranea. La Commissione assegnò il numero 748/2015 alla petizione, dichiarandolo ammissibile proprio il 17 marzo 2016, ovvero il 155mo anniversario dell’Unità d’Italia.
La petizione ammessa dal Parlamento Europeo
Le petizioni sono uno strumento di democrazia diretta previsto dal Parlamento Europeo. La Commissione Petizioni può intervenire presso uno Stato membro con raccomandazioni avviando anche una procedura di infrazione se constata una violazione del diritto dell’UE.
E’ interessante notare che da quando la Commissione ha ammesso la petizione presentata da Chiari e Longo, qualcosa è successo nel governo italiano. Infatti, il 18 ottobre 2017, la Gazzetta Ufficiale pubblica un Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) datato 7 agosto 2017. Questo DPCM deriva dall’applicazione dell’art. 7-bis della Legge 18 del 27/02/2017 per l’attuazione del Decreto-Legge 243 del 29/12/2016, stabilendo una ripartizione più equa della spesa.
La Commissione Europea critica l’Italia
Nel frattempo, è del mese scorso la notizia che la Commissione Europea ha “bacchettato” l’Italia perché non rispetterebbe i livelli previsti di investimento al Sud. L’Italia violerebbe la regola UE dell’addizionalità, dove i fondi strutturali non devono sostituire la spesa pubblica ordinaria. Questi dovrebbero essere un “valore aggiunto”. Insomma, c’è sempre da stare vigili.
Si tenta di snaturare la legge
Chiari e Longo, che ora militano nei Meridionalisti Democratici, hanno già identificato un nuovo meccanismo che servirebbe per rendere inefficace il succitato art. 7-bis. Infatti, è in atto un tentativo da parte della politica nazionale di snaturarlo attraverso la modifica dei parametri di riferimento per la spesa pubblica. Il 10 maggio 2019, è stato emanato il DPCM che stabilisce i criteri per verificare l’applicazione del 34% alle spese correnti da parte dei Ministeri. In breve, si vorrebbe applicare la suddivisione della spesa pubblica non nella sua totalità ma separandola in settori della pubblica amministrazione. In questo modo, se in un particolare settore il Sud non è coinvolto, non ci sarà bisogno di suddividere la spesa statale in modo equo. Di conseguenza, modificando la definizione di “popolazione di riferimento”, si rischia di perpetuare la cosiddetta “spesa storica”.
Ormai, per merito di Chiari, di Longo e di tanti altri meridionalisti, la richiesta per l’equità della distribuzione della spesa statale ha trovato uno sbocco istituzionale. Ora si deve spingere per la piena attuazione della legge mettendo pressione in tutte le sedi istituzionali nazionali ed europee, bloccando ogni tentativo di distorcerla.
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