Il SUD produce il 90% dell’olio italiano. Le industrie olearie del centro-nord sono molte, consorziate e ben fornite di appoggi politici nazionali. Ma le olive del Sud vengono sempre malpagate dagli industriali del Centro-Nord. Chiediamo interventi risolutivi contro il tentativo di sottopagare i produttori di olive del Sud.
Con le olive del Sud fanno ottimi affari i cartelli delle industrie
Anche quest’anno, per l’oro verde (l’olio) ci è stata raccontata la solita storia di questa Italia con due facce. Il Sud produce, il Centro Nord trasforma e vende. Fin qui nulla di male se non fosse che, come già accaduto per il grano del sud, i “compratori” pattuiscono un prezzo e poi, al momento del raccolto, ne pretendono un altro. Pena il lasciar marcire le olive, in particolare quelle calabresi, ai piedi degli alberi.
Le olive, e l’olio, spagnolo, greco e tunisino inquinano l’economia del Sud
In Italia nel 2020 si produrranno 287.000 Tonnellate di olive di cui meno di 30.000 al centro-nord. Eppure la differenza di marchi che vendono olio è sbilanciatissima a favore proprio del Centro-Nord. La sola Spagna produce 4 volte la quantità dei olio dell’Italia, una quantità pari a quella italiana la produce la Grecia ed una quota importante ma difficilmente quantificabile la produce la Tunisia. Questi sono gli oli che fanno concorrenza a quello, pregiatissimo, del Sud. Già, pregiatissimo perché l’olio italiano, quasi tutto del Sud, è richiesto in tutto il mondo, con una domanda in forte crescita. Ma quanto olio di altra qualità, importato a prezzi stracciati, fa concorrenza a quello del Sud? Troppo.
Un Consorzio di Tutela territoriale ed un Osservatorio inter-regionale o Statale
La nostra proposta politica è di istituire un Consorzio ed un Osservatorio inter-regionali oppure Statali, che aggreghino le centinaia di migliaia, in Italia sono censite ben 400.000 aziende per le attività olivicole delle nostre Regioni del Sud. Il Consorzio potrebbe rappresentare una sorta di intermediatore, con compito di difendere dal grande al piccolo produttore in modo eguale. L’Osservatorio potrebbe occuparsi di monitorare le attività svolte, dalla produzione alla intermediazione del Consorzio. Questi Enti dovrebbero occuparsi della tutela dello sviluppo delle qualità e delle produzioni tradizionali delle olive e dell’olio, per far brillare l’oro verde delle nostra terre.
In conclusione, mettendosi assieme, i produttori del Sud, che detengono il 90% di quello che viene messo nelle bottiglie con il maggior valore, cioè l’olio italiano, potrebbero invertire i rapporti di forza una tra domanda “forzosa” ed offerta giusta. Avremmo così un blocco dell’emigrazione dalle nostre terre ed un’aumento della ricchezza nelle tasche dei meridionali.
Alessandro Citarella – Segretario politico dei Meridionalisti
Dati ISTAT sulla produzione olive in Italia