L’assenza dei meridionalisti
Il cammino verso le elezioni per la nomina dei rappresentanti al Parlamento Europeo è stato caratterizzato da discussioni sui social media talvolta dai toni accesi. In particolare, tra i vari esponenti delle numerose compagini meridionaliste, rispetto alle elezioni europee, soprattutto con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale, ci si è confrontati su due temi: il primo era se votare o meno; il secondo, nel caso l’orientamento fosse stato di votare, era per chi farlo.
La principale difficoltà in ambito meridionalista è parlare di eventi elettorali perché non solo c’è una componente che non crede nella legittima esistenza della Repubblica Italiana o dell’Unione Europea, ma non crede nemmeno nella democrazia. Questi ultimi credono in forme statali legate alla Divina Provvidenza, come le monarchie non costituzionali, oppure vedono con simpatia regimi autoritari, purché in funzione anti-liberale. E così, si consumano energie e risorse in grande quantità in discussioni anemiche con chi non crede nelle procedure elettorali democratiche esistenti nel mondo occidentale, non crede nelle istituzioni repubblicane comprese quelle a carattere europeo.
Riguardo il tema della individuazione del candidato da sostenere, la discussione è risultata particolarmente ardua perché nelle liste elettorali non c’erano candidati meridionalisti ben conosciuti e radicati tra gli elettori, tra i cittadini del meridione. In alcuni casi c’erano nomi di personalità “vicine” al meridionalismo, ma non erano meridionalisti. Di conseguenza, non si è trovato un consenso unanime su chi sostenere.
Chi sostenere quando non ci sono meridionalisti tra i candidati
Che fare quando non ci sono meridionalisti nelle competizioni elettorali locali, nazionali ed europee? C’è da ricordare che i meridionalisti hanno bisogno delle dinamiche e dei meccanismi propri delle nazioni che consentono l’esercizio dei diritti democratici per creare una forza politica capace di incidere sul governo del territorio. I principi e i valori meridionalisti e le libertà democratiche proprie nel mondo occidentale sono inscindibili. Infatti, non è possibile scindere la lotta per l’uguaglianza territoriale dal diritto dei cittadini di organizzarsi in formazioni politiche per arrivare al governo del territorio.
Pertanto, quando non è possibile sostenere un vero candidato meridionalista durante una tornata elettorale, è fondamentale sostenere chi crede nelle procedure democratiche e nel diritto dei meridionalisti di presentare e sostenere le proprie istanze per l’uguaglianza territoriale. Durante ogni competizione elettorale democratica c’è uno scontro tra diversi interessi, non solo di carattere ideologico, ma anche, e fondamentalmente, di carattere economico. I meridionalisti non possono generalizzare ed evitare tutti i politici, tutte le formazioni politiche, tutte le idee che non siano “meridionaliste”. Se non c’è una formazione meridionalista in competizione o non ci sono candidati dichiaratamente meridionalisti in gara, si deve sostenere chi favorisce i nostri territori e protegge i nostri diritti democratici.
Serve un programma da proporre ai cittadini del Mezzogiorno
A questo proposito, con grande rammarico, dobbiamo registrare che, negli oltre 10 anni di attività politica volta alla diffusione dei valori meridionalisti, democratici e federalisti europei, la nostra formazione politica non è riuscita a creare consenso nell’area meridionalista sulla necessità di formulare un programma politico articolato su un tema di base sui quali trovare l’adesione e quindi l’unità di tutti i meridionalisti. È necessario che i meridionalisti, quelli che effettivamente vogliono incidere sulla condizione del Mezzogiorno, propongano un programma che ne supporti il rilancio ed il riscatto economico e sociale.
Programma, che presuppone la presenza di una controparte legittima, come le istituzioni repubblicane italiane e europee, e che dovrà diventare il manifesto nel quale potranno riconoscersi i cittadini del meridione e che sceglieranno cosi i loro rappresentanti per il governo del territorio, sostenendo l’entrata di politici e attivisti meridionalisti nelle istituzioni di governo, locali, nazionali ed europee.
È un nostro obiettivo prioritario riproporre un programma da condividere e poi divulgare tra i cittadini del Mezzogiorno, con la speranza di dar vita ad una forza capace di entrare nelle istituzioni di governo.
Segregare le ragioni meridionaliste in dibattiti puramente storici, dove l’attenzione verso il giusto racconto degli eventi che hanno portato alla distruzione del Regno delle Due Sicilie viene poi diretto verso posizioni retrograde del cattolicesimo pre-Concilio o al rifiuto della democrazia liberale, dei diritti degli individui e del progresso sociale, non porta ad altro che all’isolamento, allo spreco di energie e risorse, con il conseguente fallimento nel posizionamento dei meridionalisti nelle istituzioni di governo – posizionamento che si ottiene con la partecipazione attiva nelle elezioni democratiche.