Ieri sera, 17 aprile 2021, ho guardato il programma di Rai 3 – Citta Segrete condotto da Corrado Augias. Era la volta di Napoli e quindi il mio interesse da napoletano era alto. Mi sono detto: oramai le cose stanno cambiando e quindi assisterò per la prima volta a qualcosa di diverso rispetto al passato che porrà Napoli in linea con le altre città italiane. Ahimè, nulla di più sbagliato. La descrizione fatta da Augias di Napoli rispetta sempre lo stesso cliché della matrigna per mantenere in minorità i suoi abitanti ed in genere i meridionali visto che Napoli era la loro capitale.
Sembra che per Augias il Paese deve continuare a viaggiare a 2 velocità e non solo nel senso economico del termine. Lo stato coloniale in cui il sud versa è sempre più palese e questi servizi lo confermano in perfetta continuità con quelli, che con toni diversi, da quelli inaccettabili a quelli subdoli, si sono susseguiti nei 160 anni dal cruento processo di unificazione nazionale.
Non sempre un buon inizio prelude ad un buon finale.
Dal principio il lavoro di Corrado Augias sembrava diverso, ben predisposto da un suo commento iniziale fatto in diretta prima della messa in onda della registrazione. Egli dice che girando questo suo lavoro si è reso conto (per la prima volta???) che molti luoghi comuni su Napoli sono falsi e che Napoli è più pulita di Roma. Man mano che il “racconto scorre” sin iniziano a notare alcuni voli pindarici e cronologici che sembrano a prima vista incomprensibili. Essi toccano alcuni aspetti negativi come quello della criminalità organizzata che poteva senz’altro essere omesso o se proprio lo si voleva toccare non si poteva non citare la sua genesi. Oramai è fin troppo chiaro che la criminalità si organizza e fa il salto di qualità proprio con l’unificazione italiana.
L’inarrestabile percorso revisionista risorgimentale ha provato che l’accordo Stato – criminalità (non ancora organizzata) affonda le sue radici nell’accordo istituzionale fatto il 18 giugno 1860 nella prefettura di Napoli tra Liborio Romano (confidente segreto del Conte di Cavour) e Salvatore De Crescenzo detto “Tore ‘e Crescienzo. Da quel momento, possiamo considerare il primo camorrista organizzato e organizzatore che cogliendo una irripetibile opportunità riunisce tutti i criminali della città per fornire un supporto al nuovo ordine che stava sostituendo il vecchio. Liborio Romano istituirà per lui la guardia cittadina vero e proprio corpo di Polizia che avrebbe dovuto garantire l’ordine e la legalità nella Città di Napoli. Non sono necessari ulteriori commenti. Interessante visionare, a riprova di quanto scritto, questo filmato Rai in bianco e nero .
La faziosità di Corrado Augias inizia ad emergere vigorosa
La puntata dedicata a Napoli prosegue con un altro elemento di disturbo. La propaganda anti-napoletana raggiunge il suo apice quando apparentemente senza motivo viene citata la storia di Artemisia Gentileschi la prima pittrice italiana, stuprata a Roma da un amico del padre e costretta sempre a Roma ad affrontare un processo umiliante per provare lo stupro mediante visite corporali fatte in pubblico. Il dubbio di manipolazione psicologica è forte.
Gli autori introducono nel racconto su Napoli la storia di Artemisia che dal 1630 al 1637 si stabili a Napoli con reciproca soddisfazione sua e della città che l’ospitava. Cosa c’entra uno stupro avvenuto a Roma nel 1611 con il suo arrivo a Napoli avvenuto circa 20 anni dopo resterà un mistero. La storia di Artemisia citata a rappresentare chi non accettava la Napoli dell’epoca fornisce una fuorviante immagine di una città che non si distingueva dalle altre città dell’epoca su questi aspetti.
Leggere la storia degli uomini con gli occhi contemporanei è sempre un errore imperdonabile. Per chi volesse leggere l’affascinante storia di Artemisia Gentileschi cliccare sul link.
Errori ed omissioni
Ai più sarà sfuggito una serie di errori che, se commessi tra non addetti ai lavori possono anche passare inosservati e non degni di nota. Tuttavia, gli stessi errori commessi da chi, come Corrado Augias, si ritiene un professionista sono gravi.
Vediamoli… si confonde Il Regno delle 2 Sicilie con il Regno di Napoli ed il Regno di Sicilia. Infatti, la Repubblica partenopea del 1799 viene proclamata nel Regno di Napoli e non in quello delle Due Sicilie che sarà fondato l’8 dicembre 1816. Diciassette anni più tardi.
Si cita poi il Generale Jean-Étienne Championnet senza dire che entrò a Napoli massacrando i lazzari che difendevano la loro Napoli privi di qualsiasi paura e con armi rudimentali contro un esercito ben organizzato e fortemente armato. Come si ricorderà lo stesso Championnet avrà a dire: “…si combatte in ogni strada; il terreno è disputato palmo a palmo; i lazzari sono guidati da capi intrepidi. I lazzari, questi uomini meravigliosi (ètonnants) sono degli eroi…”. Il capo di stato maggiore, il generale Bonnamy, scriverà poi, al termine del suo rapporto, queste lapidarie parole “…l’azione del lazzari farà epoca nella Storia!”. La domanda sorge spontanea perché la storia italiana non comprende e racconta anche queste affermazioni tra l’altro dette da persone terze?
Un’ultima imprecisione per i più pignoli: durante la citazione dell’impresa di Masaniello la colonna sonora intonava il Canto dei Sanfedisti. (ndr: canzone che si riferisce ai lazzari guidati dal Cardinale Ruffo nel 1799 e non quelli di Masaniello del 1647)
Corrado Angius deludente
Concludendo, si resta delusi dal lavoro di Corrado Augias non tanto per i contenuti, alcuni anche eccellenti, ma da come essi siano stati sapientemente miscelati. Soprattutto per continuare una narrazione tesa a mantenere una minorità nel Paese oramai non più accettabile. Augias dimentica che il Regno delle Due Sicilie fu attaccato non per unire con condivisione ma per accaparrarsi i suoi notevoli mezzi finanziari. Essi saranno messi a disposizione dell’Italia per darle solidità finanziaria, credibilità di credito, saldare i debiti dell’invasore. Soprattutto, l’attacco servì per distruggere la nascente egemonia commerciale marittima del meridione in previsione dell’apertura del canale di Suez i cui lavori iniziarono nel 1859. Tale egemonia avrebbe minato fortemente la leadership delle forze marittime dell’epoca a partire dall’impero britannico.
Se non partiamo da qui non riusciremo mai a comprendere e avviare a soluzione la Questione italiana conosciuta impropriamente come Questione meridionale. –-Giancarlo Chiari