È necessario creare un vasto fronte sociale, politico, culturale ed economico contro le proposte di autonomia differenziata sostenute dal governo Meloni e dagli esponenti di alcuni partiti attualmente all’opposizione.
In breve, l’autonomia differenziata consentirebbe alle regioni di intervenire anche su materie di competenza esclusiva dello Stato. Insieme alle competenze, le regioni potrebbero anche trattenere il gettito fiscale, che non sarebbe più distribuito su base nazionale in base delle necessità collettive.
L’autonomia differenziata è quindi molto diversa dalla autonomia che già prevista dalla Costituzione e rappresenta una minaccia ai principi di uguaglianza e solidarietà in quanto amplificatore di diseguaglianze territoriali e sociali.
I meridionalisti non sono contro l’autonomia e il governo locale descritti nella Costituzione all’art 5, perché quest’ultimo, insieme all’art 3 (se correttamente interpretato ed applicato) impone attraverso l’attenzione della politica al territorio e la vicinanza del popolo al governo la realizzazione dell’uguaglianza sociale e territoriale.
Una maggiore partecipazione dei cittadini, attraverso le istituzioni locali, è fondamentale affinché l’amministrazione pubblica e la politica siano più trasparenti e agiscano nell’interesse delle comunità che governano e rappresentano.
Tuttavia, la solidarietà nazionale e sovranazionale sono componenti essenziali affinché qualsiasi autonomia locale possa funzionare nell’interesse dell’avanzamento del progresso e del benessere di tutti i cittadini. Inoltre, per i meridionalisti, l’autonomia non può essere applicata ad alcuni settori, come la sanità, la scuola, i trasporti, le infrastrutture, la distribuzione dell’energia, la tutela dell’ambiente e la sicurezza, perché sono settori che non hanno “confini” che permettano una identificazione prettamente “locale”.
L’autonomia differenziata inoltre, è sicuramente in contrasto con lo sforzo sostenuto dall’Europa per ridurre le differenze tra zone ricche e zone disagiate nel continente. Le iniziative europee, infatti, sono gestite politicamente dal centro, con la solidarietà di tutte le aree geografiche (che siano paesi o regioni), ma sono amministrate e messe in atto dalle istituzioni locali, con l’aiuto di quelle centrali, quando necessario (come nel caso di iniziative altamente tecnologiche dove, semmai, localmente manca la necessaria competenza).
Le differenze create nell’arco di decenni tra Nord e Sud, in Italia, non potrebbero mai essere risolte dall’autonomia differenziata sostenuta dal Governo Meloni, anzi!
Non è nostra intenzione discutere in questo contesto di chi sia la colpa né quali siano le ragioni storiche. È nostra intenzione, invece, appellarci a tutte le forze sociali, politiche, culturali ed economiche affinché si blocchi ogni tentativo di consolidare la situazione di disagio del Mezzogiorno.
Un esempio per tutti: l’autonomia differenziata confermerebbe e favorirebbe il divario infrastrutturale tra il Nord, dove le infrastrutture sono state costruite con i contributi fiscali di tutti i cittadini italiani ed il Sud al quale sono stati sottratti ogni anno circa 20 miliardi di euro di investimenti- così confermato dai dati statistici.
Infine, la mancanza di una condivisa definizione tecnica dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) rende impossibile il rispetto dei minimi diritti dei cittadini su tutto il territorio nazionale, tenendo presente che l’adozione degli stessi LEP finirebbe per definire solo un livello minimo, accettando la differenza fra chi avrebbe molto di più e chi si dovrebbe accontentare di un “minimo”.
In questo nostro appello, rilanciamo la nostra proposta affinché le Regioni continentali del Sud peninsulare uniscano le loro forze per contrastare l’attacco diretto alla Costituzione portato avanti dalle forze – di fatto secessioniste – del Nord Italia; eventualmente favorendo la creazione di una macro-regione Sud peninsulare in linea con quanto previsto anche dall’Unione Europea.
Con questo spirito, nel rivolgere un appello contro l’Autonomia Differenziata, guardiamo con interesse e volontà partecipativa alle iniziative di tutte le componenti della società civile meridionale e nazionale, impegnate a bloccare le iniziative del governo Meloni in particolare del ministro Calderoli e di chi sostiene la disuguaglianza sociale, economica e territoriale. Sosteniamo insieme la creazione di un vasto fronte unitario contro l’Autonomia Differenziata!